“L’Assemblea
ha pensato e redatto la Costituzione come un patto di amicizia e fraternità di
tutto il popolo italiano, cui essa la affida perché se ne faccia custode severo
e disciplinato realizzatore”. (Umberto Terracini, Presidente
dell’Assemblea Costituente).
“Se
voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra
Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri
dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un
italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani col
pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”. (Piero
Calamandrei).
La
Costituzione della Repubblica Italiana è
la legge fondamentale e fondativa dello Stato italiano. Fu approvata dall’Assemblea Costituente il 22
dicembre 1947 e promulgata dal capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola il
27 dicembre 1947. Fu pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica
Italiana n. 298, edizione straordinaria, del 27 dicembre 1947 ed entrò in
vigore il 1° gennaio 1948.
Il
2 giugno 1946 si tennero in Italia le prime elezioni in cui ebbero diritto di
voto tutti i cittadini e per la prima volta anche le donne che avessero
compiuto 21 anni di età.
Nello
stesso giorno si votò sia per il referendum istituzionale, che fu vinto dalla
Repubblica con uno scarto di circa 2 milioni di voti, sia per eleggere l’Assemblea Costituente a cui fu
affidato il compito di redigere la Costituzione
dello Stato italiano.
L’assemblea,
composta di 556 deputati per la
maggior parte appartenenti ai partiti di massa (Dc, Pci e Psiup), si riunì in prima seduta il 25 giugno 1946 a palazzo Montecitorio, con Giuseppe Saragat alla Presidenza. Come suo primo atto, il 28 giugno
elesse Enrico de Nicola Capo provvisorio dello Stato.
All’assemblea,
oltre a stendere il nuovo testo costituzionale, furono conferiti i poteri di approvare le leggi elettorali
e autorizzare la ratifica dei trattati internazionali, mentre il Governo, che
con essa aveva un rapporto fiduciario, doveva trasmettere tutti i disegni di
legge (salvo quelli di massima urgenza), in modo che essa potesse decidere di
volta in volta quali deferire a propria deliberazione.
La
Costituzione è composta da 139
articoli (di cui 5 articoli sono stati abrogati: 115; 124; 128; 129; 130),
divisi in quattro sezioni:
- Principi
fondamentali (artt. 1-12);
- parte prima,
diritti e doveri dei cittadini (artt. 13-54);
- parte seconda,
concernente l’ordinamento della Repubblica (artt. 55-139);
- 18 disposizioni
transitorie e finali, riguardanti situazioni relative al trapasso dal
vecchio al nuovo regime e destinate a non ripresentarsi.
La
Costituzione italiana è scritta, rigida e
lunga.
Scritta: la Costituzione è un testo legislativo scritto.
Rigida: con ciò s’indica che da un lato è necessario un
provvedimento parlamentare aggravato per la riforma dei suoi contenuti (non
bastando la normale maggioranza), e dall’altro che le disposizioni aventi forza
di legge in contrasto con la Costituzione devono essere rimosse con dei
procedimenti innanzi alla Corte
Costituzionale.
Lunga: la Costituzione contiene disposizioni in molti
settori del vivere civile, non limitandosi a indicare le norme sulle fonti del
diritto.
La
Costituzione mette l’accento sui diritti economici e sociali e sulla loro
garanzia effettiva.
I
principi fondamentali della Costituzione sono:
- PRINCIPIO PERSONALISTA
- PRINCIPIO PLURALISTA
- PRINCIPIO LAVORISTA
- PRINCIPIO DEMOCRATICO
- PRINCIPIO DI UGUAGLIANZA
- PRINCIPIO DI TOLLERANZA
- PRINCIPIO PACIFISTA
Questa
è la nostra COSTITUZIONE, per la
quale i partigiani combatterono e morirono per avere pari diritti e dignità, ma
oggi sembra che questi diritti non vengono più rispettati o addirittura non
esistono più.
Per
rinfrescarci la memoria andiamo a leggere solo i primi quattro articoli della
Costituzione, che riporto qui sotto.
Art. 1.
L'Italia è una Repubblica democratica,
fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che
la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Art. 2.
La Repubblica riconosce e garantisce i
diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali
ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri
inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3.
Tutti i cittadini hanno pari dignità
sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza,
di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e
sociali.
È compito della Repubblica rimuovere
gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà
e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona
umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione
politica, economica e sociale del Paese.
Art. 4.
La Repubblica riconosce a tutti i
cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo
questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di
svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una
funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Come
possiamo vedere, questi articoli parlano solo dei diritti dell’uomo, ma vengono
rispettati? È rispettato il Diritto Costituente dell’uomo?
I
fatti accaduti questi giorni ci dimostrano che sta avvenendo tutto il
contrario, basta sfogliare un quotidiano per rendercene conto.
Si
passa dallo sfruttamento della prostituzione e di minori, alla vendita di
bambini come se fossero merce. Inoltre, abbiamo ancora la disparità tra uomini
e donne in ambito lavorativo e persone che lavorano in nero, ma ancora più gravi
sono i fenomeni di violenza e razzismo e i casi di bullismo nelle scuole, ecco
alcuni esempi:
-
TRATTA DI ESSERE UMANI SCOPERTA A PERUGIA. Favorivano l’ingresso di clandestini e li sfruttavano,
una trentina gli arresti per un’operazione della Polizia. (Telegiornale).
-
PRESA BABY GANG, 24 DENUNCE. Ma i genitori invece di punirli se la prendono
con i poliziotti. (Il Giornale dell’Umbria del 7 agosto 2008).
-
BULLISMO, LE
STRATEGIE PER FRONTEGGIARLO. La Conclusione: “Dietro ai soggetti a rischio ci
sono un disagio e una forte carenza educativa”. (Il Giornale dell’Umbria del 1°
ottobre 2008).
-
“CHE PIACERE PESTARTI”. E Maroni chiama il Prefetto. Parma, il caso del
ragazzo ghanese che accusa i vigili di razzismo. (La Nazione del 2 ottobre
2008).
-
DAGLI EBREI AGLI EXTRACOMUNITARI. Amato: è allarme razzismo in Italia. “Più che la
religione oggi a dividere è il colore della pelle, la lingua e le tradizioni”.
(La Nazione del 2 ottobre 2008).
-
HANNO INSEGUITO UN RAGAZZO, L’HANNO UCCISO A
SPRANGATE URLANDO SPORCO NEGRO, SOLO PER AVER RUBATO UNA CONFEZIONE DI
BISCOTTI, MA C’È CHI SOSTIENE CHE NON È XENOFOBIA. (Anna, ottobre 2008).
Che
cosa sta succedendo alle persone? Da che cosa può derivare tanta malvagità
verso i propri simili, anche se hanno un colore della pelle, una lingua o delle
tradizioni diverse?
Forse
ci dobbiamo convincere e capire pienamente che i fenomeni migratori in Europa non
sono solo uno spostamento d’individui, ma è in corso una risistemazione della
popolazione del mondo guidata da fattori economici demografici e politici
destinata a perdurare non solo nel medio, ma anche nel lungo periodo.
Sviluppo
economico internazionale diseguale, crescente divaricazione tra aree di
benessere e aree di miseria, boom
demografico dei paesi poveri e denatalità di quelli più industrializzati,
guerre e conflitti etnici e religiosi sono il motore di questo fenomeno.
I
fenomeni di questa portata però non si arginano fortificando i confini, ma si
governano.
L’avvento
di una società multietnica non è una scelta, ma il futuro dell’Europa. Il
problema, la scommessa dei singoli stati nazionali e dell’Europa nel suo
insieme riguarda le modalità di attuazione di questa società e quindi il
rispetto dei diritti dell’uomo.
Ciò
che rende centrale la questione dei diritti dell’uomo è che questi diritti sono
stati stabiliti 60 anni fa da una
Costituzione che ancora oggi è considerata attualissima, ma ancora oggi,
dopo 60 anni ci troviamo ad affrontare un problema che non dovrebbe esserci in
una società “evoluta” come la nostra.
Questo fu scritto
nel 2008, sono trascorsi d'allora 7 anni, ma viviamo ancora nella medesima
situazione!
BIBLIOGRAFIA
SITI
INTERNET:
RIVISTE:
-
Il giornale
dell’Umbria
-
Il Corriere
dell’Umbria
-
La Nazione
-
Anna ottobre 2008
ALTRE
FONTI:
-
Codice Civile e
normativa complementare, 2006